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Si avvicinano sempre più gli Internazionali di tennis San Marino Open 2023, Challenger ATP 125 (montepremi € 145.000) in programma dal 31 luglio al 6 agosto sui campi in terra battuta del Centro Tennis Cassa di Risparmio di Montecchio, e sale dunque l’attesa degli appassionati per uno degli appuntamenti clou dell’estate sportiva.

Tanti saranno come sempre i pretendenti ad aggiungere il loro nome ad un albo d’oro di assoluto prestigio, a maggior ragione in una ricorrenza speciale come la 30ª edizione del torneo. A cominciare da due ex top 10 come Fabio Fognini, uno dei campioni simbolo del tennis italiano (l’unico azzurro capace di vincere un Masters 1000, a Monte-Carlo 2019) arrivato ad accomodarsi sulla nona poltrona mondiale, la prima wild card per il tabellone principale ufficializzata dagli organizzatori, e il belga David Goffin, ex n.7 del mondo e finalista alle ATP Finals (battendo Rafa Nadal e Roger Federer), entrambi alla prima partecipazione sul Titano.

 

In cima alla lista degli iscritti figura poi il francese Alexandre Muller, questa settimana n.81 della classifica ATP: il 26enne di Poissy sta vivendo la sua miglior stagione, coronata dalla prima finale nel circuito maggiore, in aprile sulla terra di Marrakech, dove ha ceduto dopo 3 ore di battaglia allo spagnolo Carballes Baena, ad aggiungersi ai quarti a Doha partendo dalle qualificazioni, mentre meno di un mese fa ha conquistato il titolo nel Challenger di Parma – Montechiarugolo.
Punta a lasciare il segno nell’antica Repubblica pure lo spagnolo Jaume Munar (n.104), specialista della terra battuta come confermano la finale nel torneo Atp di Marbella 2021 e gli otto titoli nel circuito Challenger, l’ultimo in ordine di tempo lo scorso anno a Perugia. Il 26enne di Santanyi, nell’isola di Maiorca, quindi conterraneo di Rafa Nadal, è reduce dai quarti nell’ATP 250 di Gstaad (dopo aver eliminato Stan Wawrinka al 2° turno), risultato che lo riavvicina alla Top 100 (Munar vanta come record personale il 52° posto).

Un grande interprete del “rosso” è anche l’argentino Federico Delbonis, che ha conquistato due titoli (San Paolo 2014 e Marrakech 2016) e raggiunto altrettante finali (Amburgo e Nizza) su questa superficie, spingendosi fino al 33° posto nella classifica mondiale. Con il successo su Ivo Karlovic nell’ultimo singolare della finale con la Croazia il 32enne mancino di Azul è entrato nella storia sportiva del suo Paese conquistando il punto decisivo per la prima Davis vinta dalla squadra “albiceleste”.
A proposito di Argentina, è atteso con curiosità sul Titano il 21enne Roman Andres Burruchaga, figlio dell’ex calciatore Jorge, campione del mondo nel 1986 con la Nazionale che aveva in Diego Armando Maradona la sua stella.

Per quanto riguarda gli italiani, sono 7 quelli ammessi di diritto in tabellone con la loro classifica: nell’ordine Francesco Passaro, fresco finalista nel Challenger di Trieste, Franco Agamenone (a metà luglio vincitore del Challenger di Braunschweig), Federico Gaio, Edoardo Lavagno, Alessandro Giannessi, Andrea Pellegrino e Gianluca Mager.

Ma nei prossimi giorni, grazie alle wild card a disposizione degli organizzatori, qualche altro nome di rilievo potrebbe aggiungersi così da impreziosire ulteriormente il cast di partecipanti e arricchire il tasso tecnico e di qualità di un torneo che si è ormai ritagliato uno spazio importante nel calendario e nell’agenda di chi ama il tennis.

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Fabio Fognini non sarà l’unico campione in gara agli Internazionali di tennis San Marino Open 2023, quest’anno Challenger ATP 125 (montepremi € 145.000), in programma dal 31 luglio al 6 agosto sui campi in terra battuta del Centro Tennis Cassa di Risparmio di Montecchio.

Insieme al 36enne di Arma di Taggia, l’unico tennista italiano capace di vincere un Masters 1000 (Monte-Carlo 2019) arrivando ad accomodarsi nel luglio di quell’anno sulla nona poltrona mondiale, oltre ad altri 8 titoli ATP individuali (più 10 finali), che per la prima volta disputerà questo evento grazie ad una wild card per il tabellone principale ufficializzata dagli organizzatori, ai primi posti dell’entry list figura infatti un altro ex top 10 che ambisce a un ruolo da protagonista nella 30ª edizione del torneo. Si tratta del belga David Goffin, pure lui atteso alla prima partecipazione a San Marino, capace di spingersi fino al 7° posto mondiale dopo aver raggiunto la finale alle ATP Finals battendo Rafa Nadal e Roger Federer, n.1 e 2 del mondo, primo giocatore nella storia del suo Paese ad entrare in Top 10 e a qualificarsi per il Masters di fine anno.

Il 32enne di Rocourt, capace di chiudere nei primi 25 della classifica mondiale per sette stagioni consecutive, vanta 6 titoli nel tour maggiore – il più recente lo scorso anno sulla terra di Marrakech, torneo durante il quale ha superato quota 300 vittorie nel circuito maggiore – e 9 finali, ma anche quattro quarti di finale Slam, l’ultimo in ordine di tempo sull’erba di Wimbledon 2022. Sempre nella passata stagione, ad ottobre, Goffin ha sconfitto il n.1 del mondo Carlos Alcaraz nel torneo di Astana, mentre nel 2023 ha raggiunto i quarti ad Auckland e si è poi aggiudicato il Challenger di Lovanio, in Belgio.
Non si possono dimenticare inoltre le due finali di Coppa Davis a cui ha condotto la nazionale belga (2015 e 2017). Proprio con i colori del suo Paese ha preso parte la settimana scorsa alla Hopman Cup, tradizionale competizione a squadre miste, andata in scena a Nizza.

 

Credit foto: FITP/Sposito

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Fabio Fognini sarà uno dei protagonisti più attesi degli Internazionali di tennis di San Marino 2023, quest’anno Challenger ATP 125 (montepremi € 145.000), in programma dal 31 luglio al 6 agosto sui campi in terra battuta del Centro Tennis Cassa di Risparmio di Montecchio.

Il 36enne di Arma di Taggia, l’unico tennista italiano capace di vincere fin qui un Masters 1000 (Monte-Carlo 2019), arrivando ad accomodarsi nel luglio di quell’anno sulla nona poltrona mondiale (è stato anche n.7 del mondo in doppio, migliore posizione mai raggiunta in questa specialità da un giocatore del Belpaese, l’unico esponente tricolore ad essere entrato nella Top 10 in entrambi i ranking), è infatti la prima wild card per il tabellone principale ufficializzata dagli organizzatori del torneo. Il davisman azzurro è rientrato proprio questa settimana nel circuito, disputando l’ATP 250 sulla terra svizzera di Gstaad, dopo lo stiramento ai muscoli pettorali accusato al 3° turno del Roland Garros nel match con l’austriaco Sebastian Ofner.

Fognini, uno dei tennisti più talentuosi della sua generazione secondo tutti gli addetti ai lavori, a causa di una serie di infortuni che lo hanno condizionato in questa stagione è attualmente sceso al n.128 del ranking, però con l’aiuto di Corrado Barazzutti, tornato a seguirlo come coach, intende lasciarsi alle spalle questo momento – il più difficile della sua prestigiosa carriera – per risalire la china in classifica e scrivere altre pagine significative, anche e soprattutto con la maglia della Nazionale. In tal senso è assai probabile che lo stesso Filippo Volandri, capitano azzurro di Coppa Davis, salga sul Titano durante il torneo per verificare dal vivo le condizioni del giocatore ligure, uno dei sette pre-convocati in vista della fase a gironi in calendario a Bologna a metà settembre.

 

Sono 9 i trofei individuali messi in bacheca da Fabio nel circuito maggiore (più 10 finali), otto dei quali sulla terra battuta, superficie sulla quale ha raggiunto i quarti al Roland Garros: oltre allo storico trionfo nel Principato, tre i titoli conquistati nel 2018 (a San Paolo, Bastad e Los Cabos, l’unico sul cemento), preceduti dal successo a Gstaad l’anno precedente, a Umago nel 2016, Vina del Mar nel 2014 e la doppietta in terra di Germania, a Stoccarda e Amburgo, del 2013. Un palmares che lo colloca al secondo posto, dietro Adriano Panatta a quota 10 titoli, tra gli italiani più decorati nella storia dell’ATP.

 

Sarà la prima volta in assoluto che Fognini disputa gli Internazionali di tennis di San Marino: insomma, proprio in coincidenza con la 30ª edizione del torneo, una ghiotta occasione, di quelle da non perdere, per i numerosi appassionati che seguono un evento diventato con il tempo appuntamento irrinunciabile nel cuore dell’estate.

 

“Abbiamo voluto fortemente la presenza di un campione come Fabio – conferma il presidente federale Christian Forcellini – ad impreziosire il cast di partecipanti in occasione di una ricorrenza importante come il trentennale del nostro torneo. Nonostante i problemi fisici che lo hanno frenato quest’anno, lui è fortemente motivato a tornare protagonista e per questo ha voluto di nuovo al suo fianco Corrado Barazzutti, una garanzia di serietà e dedizione al lavoro. Fognini è un simbolo del tennis italiano, anche per quello che ha sempre dato con la maglia della Nazionale, e crediamo che, come già accaduto in passato per altri big, grazie anche al caloroso supporto del pubblico, gli Internazionali di San Marino possano costituire una preziosa opportunità di rilancio di una carriera che può ancora regalare acuti e soddisfazioni al giocatore ligure. Dopo questa ciliegina, stiamo lavorando per arricchire ulteriormente il tasso tecnico e di qualità del tabellone. In tal senso nei prossimi giorni contiamo di poter fornire qualche ulteriore notizia, per poi completare il quadro in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento, fissata per giovedì 27 luglio alle ore 12”.

 

Foto copertina: credit FITP/Sposito

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In un albo d’oro pieno di specialisti della terra battuta non poteva mancare il nome di Filippo Volandri. Il livornese, nato il 5 settembre 1981, ha infatti firmato l’edizione 2008 degli Internazionali di tennis di San Marino, senza peraltro essere inserito nel novero dei favoriti, mettendo in fila uno dopo l’altro Stefano Galvani, gli spagnoli Oscar Hernandez e Albert Montanes, in semifinale il serbo Viktor Troicki e poi Potito Starace (n.1 del seeding) nella finale derby chiusa con il punteggio di 57 64 63.

“San Marino è sempre stata una seconda casa per noi tennisti italiani – sottolinea l’attuale capitano azzurro di Coppa Davis – e quindi il suo torneo rappresentava una tappa importante, specie nel momento di calendario in cui dopo la stagione su erba si tornava a giocare sulla terra prima di affrontare la trasferta americana sul cemento. Essendo la terra battuta la mia superficie preferita potete capire quanto contasse per il sottoscritto fare bene sul Titano. Ed è stato qualcosa di speciale riuscire ad aggiudicarmi il titolo nel 2008, fra l’altro battendo avversari di spessore come Montanes, Troicki e Potito Starace, una sorta di fratello per me. Inoltre quel successo è arrivato in un momento particolare della mia carriera e non potrò dimenticarlo. Stavo soffrendo per un problema al ginocchio e si paventava un intervento per un trapianto di cartilagine, con un medico ci eravamo dati due mesi di tempo per verificare le mie condizioni. Ebbene ho vinto sul Titano e la settimana seguente un altro challenger a Cordenons, scongiurando così l’ipotesi dell’operazione e riuscendo a gestire quella problematica con una diversa postura, trattamenti e tape particolari”.

 

Volandri, che ha messo in bacheca due trofei del circuito Atp (nel 2004 a St Poelten e nel 2006 a Palermo) oltre a 7 finali, tutte sul “rosso” (2003 Umag, 2004 Umag e Palermo, 2005 Palermo, 2006 Buenos Aires e Bucarest e 2012 San Paolo), nell’antica Repubblica è anche arrivato due volte all’ultimo atto.

“Nel 2010 persi la finale con l’olandese Robin Haase, in un periodo in cui lui vinceva tanto a questi livelli. Ero arrivato a quella sfida un po’ svuotato di energie dopo le battaglie per piegare al 3° set il belga Christophe Rochus, lo sloveno Janez Semrajc, lo spagnolo Pere Riba e Flavio Cipolla in semifinale. Poi nel 2013 ho ceduto nel match clou a Marco Cecchinato dopo aver battuto Gian Luigi Quinzi, Federico Gaio, il francese Guillaume Rufin e lo spagnolo Daniel Gimeno-Traver, prima testa di serie di quell’edizione. Sinceramente non posso dire di avere rimpianti, anche perché gli acciacchi legati all’età cominciavano a sentirsi… Ricordo che l’anno prima avevo raggiunto le semifinali, eliminando il russo Kuznetsov, l’argentino Alund e il francese Robert, prima di essere stoppato dallo slovacco Martin Klizan, poi vincitore del titolo”.

 

In effetti con ben undici partecipazioni (la prima datata 2001 e l’ultima nel 2014, con stop al 2° turno per mano del rumeno Adrian Ungur, campione a sorpresa di quell’edizione) ‘Filo’ può essere definito uno dei “fedelissimi” del Titano.

“Era un appuntamento a cui non potevo mancare, nel pieno dell’estate, anche per il feeling personale con il presidente della federazione Christian Forcellini e per il fatto di avere un legame forte con Rimini, dove ho tanti cari amici, a cominciare da Nicola Lombardini. Il torneo è sempre stato organizzato in maniera impeccabile, con servizi all’altezza di un Atp Tour, l’unica difficoltà come condizioni di gioco era doversi abituare all’altura. Per noi italiani ha sempre rappresentato una tappa clou della stagione, anche considerando l’atmosfera, con tantissimi appassionati di casa nostra sempre presenti sulle tribune”.

In effetti, anche una volta appesa la racchetta al chiodo ed essere passato al ruolo di tecnico, Volandri si è spesso visto al Centro Tennis Cassa di Risparmio di Montecchio, per vedere all’opera dal vivo i giovani azzurri, come ad esempio dodici mesi fa con Matteo Arnaldi.

“Compatibilmente con i miei impegni, sia di lavoro che familiari, cerco sempre di venire almeno qualche giorno al torneo, proprio con l’intenzione di visionare anche i giovani che seguiamo come federazione. Spero possa essere così anche quest’anno”, conferma il livornese, reduce da due intense settimane a Wimbledon dove ha seguito da vicino gli azzurri in odore di convocazione per la fase a gironi di Coppa Davis, in programma a metà settembre a Bologna. “Lo Slam su erba ha confermato il momento di salute del nostro tennis maschile. Sinner ha raggiunto la sua prima semifinale in un Major, Musetti ha dimostrato di aver preso confidenza con questa superficie, così come è stato assai importante il ritorno di Matteo Berrettini, che dopo essersi aggiudicato il derby con Lorenzo Sonego è giunto agli ottavi, disputando un buon match anche con lo scatenato Carlos Alcaraz. Insomma, devo dire che ancora una volta mi trovo ad avere l’imbarazzo della scelta, e questo vale pure per il doppio ora che è rientrato nel tour anche Fabio Fognini. Proprio il doppio, in un format del genere, è diventato un punto determinante, aspetto da tenere in considerazione nelle convocazioni. E’ chiaro che saranno fondamentali in chiave Davis le indicazioni che emergeranno dallo swing americano sul cemento, con i Masters 1000 di Toronto e Cincinnati e poi gli US Open, un mezzo e mezzo davvero intenso da qui a inizio settembre. E poi per tutti gli appassionati appuntamento a Bologna – conclude Volandri – dove avremo bisogno del loro caloroso sostegno, come già lo scorso anno, per provare a raggiungere la fase finale”.

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Nell’agosto del 2009 ha rispettato fino in fondo il ruolo di principale favorito, onorando nel migliore dei modi la wild card concessagli dagli organizzatori così da scrivere il suo nome nell’albo d’oro. Andreas Seppi è uno dei sei giocatori italiani vincitori degli Internazionali di tennis di San Marino e quell’edizione è rimasta impressa nella memoria degli appassionati – non troppo giovani – per l’avvincente derby tricolore in finale con Potito Starace, in un Centrale gremito in ogni ordine di posti (e gente anche sulla collina del parco di Montecchio per non perdersi l’incontro). Anche se accreditato della prima testa di serie (da n.48 del ranking mondiale in quel momento) non fu comunque una passeggiata di salute quel torneo per il tennista nato a Caldaro il 21 febbraio 1984, costretto al terzo set nell’ordine dagli argentini Gaston Gaudio (ex vincitore del Roland Garros, nel 2004) e Sebastian Decoud, poi, dopo l’affermazione in due partite sull’altro “albiceleste” Sergio Roitman nei quarti, anche dall’ostico austriaco Daniel Koellerer in semifinale e proprio dal giocatore campano nel match clou, chiuso con lo score di 7-6(4) 2-6 6-4.

“Sì, fu una battaglia quella sfida, come spesso capitava con Potito – afferma Seppi riavvolgendo il nastro della memoria – Il ricordo di quella settimana è rimasto impresso dentro di me, anche perché si tratta del primo challenger vinto sulla terra battuta, secondo in ordine di tempo in carriera dopo il successo sul veloce indoor a Bergamo nel 2008. Ho ancora davanti agli occhi il pienone di pubblico sulle tribune e la bellissima atmosfera che si respirava in campo, a rendere speciale quella situazione. Anche perché quando ti presenti a un challenger da n.1 del seeding l’obiettivo è quello di arrivare in fondo e conquistare il titolo, a maggior ragione nel territorio della Penisola, con tanti tifosi che salivano a San Marino la sera a seguire gli incontri. L’esserci riuscito è stata dunque una soddisfazione non da poco, accresciuta dal vedere il mio nome in un albo d’oro di un torneo ricco di storia e prestigioso, accanto a quelli di numerosi campioni della racchetta. Sinceramente un motivo d’orgoglio per il sottoscritto”.

 

Seppi, capace di mettere in bacheca tre trofei ATP, nel 2011 sull’erba di Eastbourne (primo azzurro a riuscire in tale impresa su questa superficie), poi l’anno seguente sulla terra rossa a Belgrado e sul cemento a Mosca, diventando il primo giocatore italiano a vincere su tre differenti superfici, con quell’affermazione si prese anche una rivincita personale su Potito Starace, che cinque anni prima lo aveva stoppato nei quarti sul Titano (curiosamente sempre per 6-4 al terzo) sulla strada del primo dei tre trionfi del tennista di Cervinara nell’antica Repubblica.

“Anche nel 2004 giocai con una wild card ed eliminai al 1° turno Francesco Piccari e poi al 2° in tre set il ceco Bohdan Ulihrach. La mia prima partecipazione a San Marino risale comunque all’anno precedente – spiega Andreas, che vanta un record personale di numero 18 al mondo nel 2013 – quando uscii al 1° turno per mano dello slovacco Dominik Hrbaty, numero 1 del tabellone. Devo riconoscere che mi è sempre piaciuto disputare questo torneo, sia per le condizioni di gioco, in leggera altura, sia per la bellezza della location e dell’impianto, con quel Centrale con le tribune che girano attorno al campo, che per l’organizzazione di qualità, paragonabile a un Atp Tour. Il fatto è che come data in calendario gli Internazionali di San Marino coincidevano sempre con la tournée americana sul cemento, in particolare il Masters 1000 canadese e Cincinnati, appuntamenti che per tante stagioni consecutive grazie alla mia classifica sono riuscito a giocare in tabellone”.

 

A onor del vero, prima di chiudere nell’autunno scorso una carriera da applausi nella quale ha superato il ragguardevole traguardo delle 800 partite in singolare nei tabelloni principali del tour, con il record italiano di settimane complessive (810) di permanenza nella Top 100 e quello di presenze (per il nostro Paese) negli Slam, 67 disputati di cui 66 consecutivi, l’altoatesino è stato sul punto di tornare nell’antica Repubblica dodici mesi fa.
“Ero intenzionato a giocare a San Marino in quella che era la mia ultima stagione da professionista nel circuito e avevo anche parlato con il presidente federale Christian Forcellini, poi però un paio di settimane prima mi sono infortunato a Umago e non ho potuto tener fede a questo proposito…”, conferma Seppi. Il quale a metà luglio del 2020, in vista della ripartenza dei tornei dopo il lockdown, ha fatto una fugace apparizione sul Centrale di Montecchio, con Federico Bertuccioli a fargli da sparring: “In quel caso ero a Milano Marittima con la famiglia e ho sentito Giorgio Galimberti, che all’epoca dirigeva la sua Academy ancora a San Marino, per un allenamento insieme a qualcuno dei suoi allievi.
Mi aveva fatto piacere e avevo apprezzato anche i nuovi campi realizzati nel Centro Tennis rispetto alla mia precedente presenza”.

 

Già, la famiglia. Dopo tante stagioni in giro per il mondo con racchetta e borsone, ora la moglie Michaela e i figli Liv (3 anni) e Hugo (1 anno), nati entrambi in Colorado dove nel 2017 si è trasferito (a Boulder), sono la priorità dell’ex azzurro.
“Fino a maggio siamo stati negli Stati Uniti e ho fatto praticamente il babbo a tempo pieno, occupandomi dei bambini. E devo dire che a volte è stato più faticoso che allenarsi cinque ore al giorno… Proprio il fatto che sono ancora piccoli rende impossibile al momento il fatto che io possa ricoprire il ruolo di allenatore, che comporta lo stare fuori casa tante settimane all’anno. Adesso cerco di godermi tutto il tempo in loro compagnia, per il futuro si vedrà, anche se mi piacerebbe rimanere nell’ambiente. Non a caso gioco ancora la Bundesliga Over 30 e proprio in questo week-end abbiamo le finali a Monaco. Mi trovo ad affrontare tanti giocatori più giovani di me e ancora in attività, come ad esempio Giannessi o Verdasco, però nella mia squadra ci sono pure Baghdatis e Almagro ed è bello ritrovarsi dopo tanti anni di frequentazione comune nel circuito”.

 

Seppi ha comunque anche un nuovo progetto che sta per partire. “Insieme a mia moglie e un amico del college vogliamo portare i tifosi nei più grandi tornei del mondo, ovvero gli Slam e i Masters 1000: organizziamo tutto per loro. È per coloro che vogliono più di una semplice visita al torneo e di vedere le partite. Li faremo anche giocare sugli stessi campi dei campioni e scoprire quindi anche il dietro le quinte dell’evento. Abbiamo appena completato la pagina web per far conoscere al meglio questa opportunità. Partiremo con gli US Open, abbiamo in mente qualcosa di speciale da far vivere agli appassionati: io sarò lì con loro e racconterò cosa capita ai giocatori durante le partite per offrire il punto di vista di chi di solito è in campo. Vogliamo fare dei gruppi di massimo otto-dieci persone – conclude Andreas – così da poter garantire ai presenti la migliore esperienza possibile”.

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È l’unico ad aver alzato, fin qui, tre volte il trofeo nell’antica terra della libertà. Potito Starace ha insomma legato a doppia mandata il suo nome agli Internazionali di tennis di San Marino, dove è stato assoluto protagonista per un decennio. Il giocatore nato il 14 luglio 1981 a Cervinara, in provincia di Avellino, ha infatti firmato le edizioni 2004, 2007 e 2011 del torneo, senza dimenticare le finali raggiunte nel 2008 e 2009, cedendo in tre set in due derby tricolore, rispettivamente con Filippo Volandri e Andreas Seppi (finale rimasta nella storia per la straordinaria presenza di pubblico, con il tutto esaurito sul Centrale e spettatori anche in cima alla collina di Montecchio pur di assistere al match).

 

“Conservo dei ricordi stupendi delle mie partecipazioni al torneo di San Marino – sottolinea l’ex davisman azzurro – anche perché sono sempre riuscito ad esprimermi al meglio dal punto di vista tennistico e in tante occasioni sono arrivato in fondo alla settimana, nonostante tabelloni di notevole caratura tecnica. Mi piacevano davvero tanto le condizioni, in leggera altura, che rendevano ancora più efficace il mio gioco, e anche la collocazione in calendario, nel cuore dell’estate, quando spesso raggiungevo il top della forma. Sinceramente mi sentivo come a casa, il pubblico e tutte le persone che lavoravano nell’evento mi volevano bene e percepivo questo calore, c’era veramente un’atmosfera bellissima, uno stimolo in più a fare bene, accresciuto dalla programmazione dei miei incontri nella sessione serale, con tantissimi appassionati sugli spalti. E poi negli ultimi giorni, diciamo dalle semifinali, arrivava anche un gruppo di amici miei conterranei a sostenermi in modo caloroso durante le partite. Al termine cenavamo insieme e, quando ho raggiunto le finali, al termine del torneo andavamo a ballare a Riccione facendo mattina…”.

Starace, che attualmente si divide fra il ruolo di direttore del settore agonistico del Due Ponti Sporting Club a Roma e il suo circolo tennis a Cervinara, dove sino a tutto agosto sono in pieno svolgimento i centri estivi per bambini e ragazzi provenienti da tutta la Campania, oltre ad essere socio in due club di padel ben avviati ad Arezzo (“è lo sport del momento, che ho anche praticato per un po’ dopo aver chiuso con il tennis, e piace davvero tanto un po’ a tutti, donne e giovani compresi”), non ha comunque dubbi nello stilare un’ipotetica classifica dei tre successi sul Titano.
“Come suol dirsi, la prima volta non si scorda mai e quindi il titolo conquistato nell’edizione 2004 è quello che più mi è rimasto nel cuore, anche perché quella è stata la stagione della mia esplosione nel tour. In maggio vinsi il mio primo Challenger a Sanremo, poi al Roland Garros superai le qualificazioni entrando per la prima volta in tabellone in uno Slam ed eliminai il russo Tursunov e il francese Grosjean, primo top 10 battuto, cedendo in cinque set a Marat Safin dopo aver mancato pure due match-point. Sullo slancio conquistai anche il Challenger di Sassuolo e in luglio mi spinsi in semifinale a Gstaad, lottando per tre set con l’idolo di casa Roger Federer, allora n.1 del mondo. E ricordo bene che a San Marino sconfissi in tre set lo spagnolo Mantilla, poi Volandri, n.1 del seeding, e nei quarti Seppi, in semifinale vinsi sul belga Christophe Rochus e in finale sull’americano Hugo Armando. Grazie a quel successo entrai per la prima volta tra i primi 100 del mondo, arrivando al n. 95 del ranking, poi a settembre ci fu anche il debutto in Coppa Davis contro la Polonia, dove vinsi entrambi i singolari contribuendo al passaggio dell’Italia nel gruppo 1”.

 

Anche l’affermazione del 2007, arrivata subito dopo la finale a Kitzbuhel, la seconda per lui a livello ATP (fermato in tre set dall’argentino Juan Monaco), ha contribuito a un traguardo importante. “Rispettai il ruolo di primo favorito mettendo in fila Bracciali, il portoghese Gil, Di Mauro, l’argentino Vassallo Arguello e in finale un tipo tosto come lo spagnolo Montanes, l’unica volta che sono riuscito a batterlo. E da lì a un paio di mesi, a metà ottobre, ottenni il mio best ranking in carriera, arrivando al 27° posto mondiale e diventando in quel momento numero uno d’Italia”, spiega con legittimo orgoglio ‘Poto’. Il quale è andato assai vicino al tris già nel 2008 e 2009, raggiungendo in entrambi i casi la finale, mentre nel 2010 venne stoppato in semifinale dall’olandese Robin Haase, poi vincitore del torneo. Ma nel 2011 ecco la terza firma di Starace, grazie ai successi in due set sul tedesco Gremelmayr, l’olandese Huta Galung, il ceco Hajek, il francese Paire in semifinale e lo slovacco Klizan, costretto al ritiro dopo un set e mezzo nel match clou per delle dolorosissime vesciche ai piedi. “Rimane qualche rimpianto per le sconfitte al terzo con Volandri, quando alla distanza rimasi senza energie, e Seppi, per 6-4 lottando sino alla fine, ma bisogna dare atto ad Andreas di aver giocato una partita di notevole intensità, però poi la tripletta è arrivata. E vincere tre volte un torneo per tradizione di alto livello, con in tabellone tanti giocatori forti, è qualcosa di speciale per il sottoscritto. Se ci aggiungiamo pure le due finali, si tratta di un record di cui essere orgoglioso, a maggior ragione guardando i nomi dei campioni che figurano nell’albo d’oro”.

 

Proprio per questo nell’edizione del 25ennale degli Internazionali di tennis di San Marino, nel 2012, al giocatore campano è stato consegnato un riconoscimento. In tante apparizioni sul Titano, inoltre, non può mancare qualche aneddoto curioso. “Non posso dimenticare che nel torneo del 2009 passai in ospedale la notte prima dell’incontro dei quarti con l’australiano Luczak per via di una colica quanto mai dolorosa. Dormii quindi dalle 8 del mattino per tutto il pomeriggio, fino alle 18, ma ero assai dubbioso sulla possibilità di giocare e il pensiero di ritirarmi era presente, ma poi una volta in campo sono riuscito a trovare dentro di me le energie per vincere quella partita e arrivare in finale. Ci tenevo troppo a non deludere tutti quelli che mi sostenevano… San Marino ha segnato una parte significativa della mia carriera – conclude Starace – e mi piacerebbe tornare a respirare quell’aria, anche per salutare un po’ di vecchi amici”.

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C’è il suo nome in cima all’albo d’oro degli Internazionali di tennis di San Marino. Paolo Canè è infatti il vincitore della prima edizione, andata in scena nell’estate del 1988, dal 15 al 21 agosto, grazie alla passione di un gruppo di “pionieri” – è giusto definirli così – che riuscirono nell’impresa di allestire un torneo del Grand Prix (come allora si chiamava, prima di diventare ATP Tour) con 75.000 dollari di montepremi, sui campi di Serravalle (lavorando giorno e notte per vincere magari la sfida con chi pensava non potessero farcela…).

“Sono passati trentacinque anni ma è ancora viva nella mia mente la finale disputata con il mio amico Francesco Cancellotti – afferma il bolognese classe 1965 riavvolgendo il nastro dei ricordi – che allora era davanti a me in classifica mondiale, non a caso lui era terza testa di serie e io l’ottava in quel tabellone. Però la spuntai al terzo, in rimonta, in quel derby azzurro. E a memoria di quel successo conservo in casa una grande foto formato ritratto, incorniciata, che mi vede insieme a Sergio Palmieri nel tunnel poco prima di entrare in campo”.

Quello lasciato al perugino nel match clou fu l’unico set perso per strada sul Titano da Canè, che con il suo “turbo-rovescio” mise in fila nell’ordine l’argentino Guillermo Rivas e lo svedese Jorgen Windhal con lo stesso punteggio (60 64), poi nei quarti Fabio Di Mauro (64 62), che aveva sorpreso l’altro argentino Alberto Mancini, secondo favorito del seeding dietro lo svizzero Claudio Mezzadri, e in semifinale l’ecuadoregno Raul Antonio Viver (76 63), partito dalle qualificazioni e capace di eliminare all’esordio Claudio Pistolesi, quarta testa di serie, e poi nei quarti un certo Guillermo Vilas, la stella di quegli Internazionali di San Marino anche se ormai sul finire di una gloriosa carriera.

“In quel caso alloggiavo in hotel a Riccione e i miei incontri erano programmati di sera, però quello con Viver fu ben più sofferto di quanto dica il punteggio. Durante il match accusai infatti degli sbalzi di pressione e dovetti fare ricorso più volte ad integratori e barrette energetiche per riuscire a portarlo a termine, con anche un’interruzione della partita. Probabilmente a livello di stimoli mi aiutò anche la presenza di Mario Belardinelli, autentica icona del nostro tennis: si diceva che quando c’era lui i suoi pupilli non perdevano mai…”, riconosce il bolognese, prima di soffermarsi sul campione mancino di Mar del Plata, noto anche come poeta-scrittore e instancabile playboy. “Vilas era ormai sul viale del tramonto, una delle sue ultime apparizioni agonistiche fu poi alle Pleiadi di Moncalieri dove lo sconfissi. Però era comunque un esempio per noi giovani visto quanto tempo rimaneva sul campo ad allenarsi, ancora con grande professionalità nonostante avesse più di 35 anni, tempo anche superiore alla durata delle partite. Lui e l’altro argentino Alberto Mancini non erano tuttavia gli unici big di quella prima edizione, visto che in gara c’erano anche l’ungherese Balasz Taroczy, con cui giocai il doppio raggiungendo le semifinali, e l’iraniano Mansour Bahrami, noto in tutto il mondo, pure grazie al web, come giocoliere della racchetta”.

Una tradizione proseguita nel tempo mano a mano che gli Internazionali di tennis di San Marino si sono consolidati come prestigioso appuntamento nel calendario mondiale. “Personalmente per me è un motivo d’orgoglio avere dato il la a un albo d’oro in cui figurano nomi di grandi protagonisti della racchetta – sottolinea Canè, che vanta un best ranking di numero 26 e 3 titoli Atp, conquistati a Bordeaux nel 1986, Bastad nell’89 e Bologna nel ’91 – Basti pensare a Guillermo Perez Roldan, Karel Novacek, Thomas Muster, Carlos Costa, Felix Mantilla, Dominik Hrbaty, Albert Costa e Jose Acasuso, senza trascurare italiani di valore come Potito Starace, Andreas Seppi e Filippo Volandri. E’ la dimostrazione di come il torneo sia sempre stato organizzato in maniera impeccabile e che la location, con lo spostamento poi al Centro di Fonte dell’Ovo, fosse accogliente per i protagonisti e per gli appassionati, che ricordo sempre numerosi anche nelle mie successive partecipazioni a San Marino. E poi essere arrivati alla 30esima edizione non è un traguardo da poco in termini di longevità per un evento sportivo, basti pensare ad appuntamenti come i tornei di Milano, Bologna, Firenze e Genova che erano nel calendario ATP negli anni Novanta e poi sono spariti. Quindi un plauso da parte mia alla Federtennis sammarinese e alle istituzioni per gli sforzi compiuti negli anni e per aver rilanciato il torneo dopo alcuni anni di interruzione. Impegni permettendo – l’auspicio finale di Canè – spero proprio di poter essere presente all’edizione del trentennale e riassaporare l’aria dell’antica Repubblica”.

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Gli Internazionali di Tennis San Marino Open si vestono a festa per celebrare il traguardo delle trenta edizioni. La macchina organizzativa lavora a pieno regime per allestire un’edizione che si candida a lasciare il segno. Le novità del torneo, che si terrà nel Centro Tennis Cassa di Risparmio di Fonte dell’Ovo dal 31 luglio al 6 agosto, sono state in parte svelate questa mattina nella conferenza stampa preliminare.
Non è una novità, ma una bella realtà che si conosce già da alcuni mesi, il salto di categoria.

“Già da tempo meditavamo di organizzare un Challenger Atp 125– ha spiegato il presidente federale Christian Forcellini – e abbiamo voluto concretizzare questo progetto nell’anno del trentennale. Abbiamo firmato un contratto che ci impegna per i prossimi tre anni e che porterà ad avere un torneo ancor più elevato in termini di standard e di qualità dei partecipanti”.

Una delle novità annunciate riguarda invece la direzione del torneo che, dopo essere stata firmata per anni da Alessandro Costa, passa a Mahena Abbati, che già era stata Direttore della Coppa Davis organizzata sul Titano nel 2019.

“Ringrazio per la fiducia che la Federazione ha riposto in me – ha commentato -. Raccolgo un’eredità molto importante, quella di Alessandro Costa, che ho affiancato negli ultimi anni. La macchina organizzativa è al lavoro e, anzi, di fatto non si è mai fermata. Ogni anno si cerca di migliorare quello che è stato fatto l’anno precedente. Vorrei sottolineare l’importanza del torneo per tutta una serie di aspetti. Per noi è l’occasione per investire in migliorie per il centro federale, a favore di tutta la cittadinanza. È una risorsa per il territorio che, come sempre, sta dando un’ottima risposta. Nonostante il venire a meno di alcune strutture ricettive, riusciamo ad utilizzare interamente strutture sammarinesi, con ottimi risultati in termini di ospitalità. Da ultimo, questo torneo occupa tanti giovani: è già partito il reclutamento di raccattapalle, giudici di linea e controlleria”.

L’altra novità, in ottica di qualificare l’evento, riguarda l’accordo, anch’esso di durata triennale, con EGE Produzioni, concessionaria pubblicitaria del torneo. Una collaborazione che ha già dato primi e importanti frutti.

“La nostra Factory è specializzata nella produzione di contenuti televisivi e nell’acquisizione di diritti sportivi – ha spiegato l’amministratore unico Gian Luca Baldini -. Abbiamo favorito la collaborazione, per i prossimi tre anni, per la copertura dell’evento da parte di Sky, che trasmetterà il torneo in diretta a partire dai quarti di finale e realizzerà uno speciale. Crediamo che questa collaborazione possa garantire un significativo ritorno di immagine e possa essere proficua per tutto il territorio”.
Alla collaborazione con Sky si affiancherà, anche quest’anno, quella con San Marino RTV, che garantirà una copertura importante dell’evento.

Il presidente Forcellini ha anticipato altre interessanti novità ed iniziative.
“Quest’anno, anche grazie alla collaborazione con le Segreterie di Stato per lo Sport e per il Turismo, organizzeremo degli eventi in centro storico per cercare di convogliare più gente possibile – ha spiegato -. Domenica 30 luglio, al pomeriggio, in collaborazione con San Marino Welcome verrà organizzato in parallelo un torneo di padel al Wonderbay di Serravalle che coinvolgerà alcuni noti ex calciatori professionisti, le cui premiazioni verranno fatte durante l’ormai tradizionale cena di benvenuto che si terrà in serata al Centro Tennis. Poste Spa ha inoltre realizzato una moneta celebrativa del trentennale, in argento, dal valore nominale di 5 euro e dal valore d’acquisto di 40 euro. Uscirà ufficialmente il 27 giugno, in 2.500 copie e potrà essere acquistata nelle sedi di Poste e online”.

Le entry list del torneo saranno ufficializzate intorno alla metà di luglio, ma il presidente Forcellini ha confidato: “Non nascondo che cerchiamo di fare uno sforzo per portare giocatori importanti. Il nostro focus principale sono i giocatori italiani, alla luce del buon momento che sta attraversando il tennis azzurro, ma ci stiamo muovendo anche per cercare di portare altri ottimi tennisti. Al momento nessuno scioglie le riserve, i giocatori aspettano di vedere cosa succederà dopo Wimbledon e se proseguire la preparazione su terra o cemento, in vista degli US Open. I presupposti per allestire un buon tabellone ci sono”.

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Non è un segreto che la Federazione Sammarinese Tennis, come più volte dichiarato dal suo Presidente Christian Forcellini, stesse lavorando per far crescere il livello degli Internazionali di Tennis con l’obiettivo di riportare il torneo agli stessi standard di quando vinsero il premio Award come miglior Challenger del mondo.

E proprio oggi, nell’anno in cui la Federazione Sammarinese Tennis celebrerà il traguardo delle 30 edizioni del proprio evento di riferimento, gli Internazionali di Tennis San Marino Open si apprestano a compiere un decisivo salto di qualità. L’Atp ha infatti accolto, grazie alla tenacia e al lavoro svolto dalla Federazione in questi anni, la richiesta di upgrade del torneo, ufficializzandone la promozione ad ATP125, la categoria top a livello di Challenger.

La FST ha firmato un contratto triennale che la impegnerà a rispettare tutta una serie di standard organizzativi, a cominciare dal montepremi, che salirà a 160.000 dollari.
Si tratta di un percorso che la Federazione ha intrapreso in collaborazione con le Istituzioni, in particolare la Segreteria di Stato per lo Sport, la Segreteria di Stato per il Turismo ed il CONS, al fine di riqualificare il torneo e farne un appuntamento di interesse nazionale sempre più di maggior richiamo. A cominciare dai protagonisti: l’upgrade di categoria aprirà la partecipazione anche ai tennisti che vantano un ranking tra le posizioni numero 10 e 50, innalzando notevolmente il livello del torneo con l’aspettativa di vedere sui campi del Centro Tennis Cassa di Risparmio grandi campioni.
Ufficializzate anche le date, che vanno dal 31 luglio al 6 agosto.

“Abbiamo accettato di firmare l’upgrade inserendo la clausola di anticipare il torneo alla prima settimana di agosto – spiega il presidente federale Christian Forcellini -, sia perché quelle sono le date tradizionali in cui si è sempre svolto in passato il nostro torneo, sia perché questa collocazione ci consentirà di poter avere i giocatori più forti qui in Europa prima della loro partenza per l’America in preparazione degli US Open.
Organizzare un Challenger ATP125 è un progetto e una scelta che abbiamo fatto in collaborazione con la Segreteria di Stato per lo Sport e il governo stesso al fine di avere una manifestazione di livello importante, che può consentirci di avere una notevole visibilità, anche a livello televisivo, e di promuovere il nome di San Marino attraverso lo sport. È un impegno senza dubbio notevole, che richiederà la collaborazione di tutto il Paese: istituzioni, servizi e l’intera macchina organizzativa. La Federazione è pronta a fare la sua parte e mettere tutte le forze in campo per onorare al massimo questo grande impegno e questa importante opportunità. Il percorso di crescita è appena cominciato, l’appuntamento per tutti gli sportivi e appassionati è per quest’estate sui campi del Centro Tennis Cassa di Risparmio.”

 

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Un esame superato per l’ennesima volta a pieni voti, da cui trarre la spinta a guardare subito avanti mossi dal desiderio di scrivere una pagina di storia. La “rinnovata stabilità” di cui aveva parlato il Segretario di Stato al Lavoro e allo Sport, Teodoro Lonfernini, in sede di presentazione degli Internazionali di Tennis San Marino Open (ATP Challenger Tour, montepremi € 67.960) è un obiettivo dimostrato dai fatti, e poco importa che sia sfumata di un soffio l’auspicata finale tutta italiana (manca dal 2013) visto che domenica sera erano comunque gremiti gli spalti del Centro Tennis Cassa di Risparmio, regalando un’atmosfera speciale, come evidenziato dagli stessi finalisti, il russo Pavel Kotov che ha iscritto il suo nome nell’albo d’oro e il Next Gen azzurro Matteo Arnaldi.

“Siamo molto soddisfatti, perché ancora una volta gli Internazionali di Tennis hanno confermato di essere evento importante per San Marino – sottolinea Christian Forcellini, presidente della Federazione Sammarinese Tennis, nel tracciare il consuntivo della manifestazione appena andata in archivio -, tanto seguito dal pubblico e al quale anche gli stessi protagonisti tengono in modo particolare. E un evento, non mi stancherò mai di sottolinearlo abbastanza con orgoglio, tutto sammarinese dal punto di vista organizzativo. Dopo il ritorno del 2021, edizione sicuramente atipica poiché dovevamo ancora fare i conti con la pandemia che gioco forza ha frenato alcuni aspetti, compresa la partecipazione di spettatori, quest’anno, di fatto senza limitazioni, era il primo vero banco di prova. E il pubblico ha risposto in maniera splendida: abbiamo registrato circa 10mila presenze complessive durante l’intera settimana ed è un dato significativo, tanto più che sono uscite alcune delle principali teste di serie del torneo nei primi turni e sono andati avanti tennisti magari meno di grido ma conosciuti dai tifosi e seguiti con passione dai tifosi giorno dopo giorno. Personalmente sono davvero contento: ha dimostrato tutto il suo potenziale questa manifestazione, che non è solo sportiva, ma anche a carattere turistico, con il coinvolgimento delle strutture alberghiere, e quindi economico a tutto tondo, insomma un patrimonio dell’intero nostro Paese, come indica del resto il fattivo impegno delle Segreterie di Stato allo Sport e al Turismo, che ringrazio. Ringraziamenti che estendo a una figura chiave come Mahena Abbati, direttore generale della nostra federazione”.

 

Le fasi finali del torneo hanno ricordato come il Centro Tennis Cassa di Risparmio sia stadio in grado di accogliere grandi eventi. “Questo impianto è un fiore all’occhiello del nostro Paese – afferma Forcellini –. Stiamo facendo tutto il possibile per rendere ogni spazio disponibile e con la miglior fruibilità. Dai giocatori sono arrivati complimenti per la struttura, veramente completa: oltre ai campi, in terra e cemento, coperti nei mesi invernali, abbiamo una palestra, un centro di fisioterapia, un ristorante, insomma tutto quello che è necessario per svolgere al meglio una programmazione adatta per qualsiasi tennista. Tornando al Centrale, in tanti ce lo invidiano: non è da tutti avere un’arena con quasi tremila posti, che può tranquillamente ospitare un evento ATP Tour 250, come del resto già avvenuto in passato. Di questo andiamo fieri e al contempo deve spingerci a far crescere il torneo anno dopo anno per riportare in futuro il grande tennis del circuito maggiore”.

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Ha di che sorridere, in sede di bilancio, anche il direttore del torneo, Alessandro Costa, soffermandosi sugli aspetti tecnici. “In conferenza stampa avevamo evidenziato la presenza di alcuni Next Gen italiani e Matteo Arnaldi ha risposto presente, spingendosi sino alla finale – dichiara Costa, romano ma impegnato in prima persona nello staff degli Internazionali da più di trent’anni tanto da ricevere martedì 9 agosto l’onorificenza del Gran Magistero di Sant’Agata – Il giovane di Sanremo sta facendo un’annata incredibile e mi fa piacere perché è un bravissimo ragazzo, al quale auguriamo di ripercorrere le gesta del danese Holger Rune, vincitore qui nel 2021 e adesso tra i primi 30 del mondo. Proprio dodici mesi fa Kotov era stato la rivelazione, da lucky loser si spinse fino ai quarti lottando con Cecchinato. I due si sono ritrovati di fronte stavolta in semifinale e Marco è arrivato vicinissimo a vincere di nuovo, prima di accusare un black-out che gli è costato la partita. Questa situazione ha dato carica e morale al russo, che in finale ha saputo far suo un match equilibrato, deciso da pochi punti: Matteo ha avuto chance nel tie-break del primo set e nel 4-4 del secondo ha mancato tre palle break. Complimenti dunque a Kotov, protagonista di una settimana in cui ha dimostrato più continuità degli altri giocatori. E il suo ‘Amo San Marino’ nei ringraziamenti durante la premiazione sono un bel riconoscimento. Così come un motivo di soddisfazione sono gli apprezzamenti di giocatori, supervisor ATP e addetti ai lavori nei confronti dei servizi che offriamo e dell’organizzazione nel complesso, definiti da loro stessi all’altezza di un torneo del circuito maggiore. Inoltre, aspetto non secondario in termini di visibilità e ritorno d’immagine al Paese, abbiamo garantito quattro giorni di diretta dei match su Rai Sport e San Marino Rtv, copertura televisiva di cui nessun Challenger gode”.

 

A rendere il quadro ancora più roseo è il momento positivo del tennis del Titano. “Come federazione il nostro compito è quello di creare giocatori – ricorda il numero uno della Federtennis sammarinese, parlando pure da vice presidente del Comitato Olimpico – anche per rispondere alle convocazioni per le manifestazioni internazionali a cui partecipa il Cons, come i Giochi dei Piccoli Stati, in calendario nel 2023, e i Giochi del Mediterraneo, svoltisi fra fine giugno e inizio luglio in Algeria. In Coppa Davis, dopo averla sfiorata lo scorso anno, abbiamo centrato la promozione al Gruppo 3 e siamo contenti per la squadra e tutto il movimento. Sul fronte femminile stiamo lavorando su un gruppo di ragazze assai promettenti e per questo ho annunciato l’intenzione di partecipare alla Billie Jean King Cup, avventura che meritano le nostre giocatrici. Ne approfitto per ricordare che proprio pochi giorni fa Talita Giardi ha vinto un torneo Tennis Europe under 14 in Moldavia, la prima sammarinese a riuscire in tale impresa”.

 

Adesso la mente va già all’edizione 2023. “Festeggeremo il trentennale, anniversario tutt’altro che scontato per una manifestazione sportiva, per cui la federazione e le stesse istituzioni vogliono fare qualcosa di importante. Dalle notizie in nostro possesso è in arrivo una rivoluzione per le regole dei challenger e degli ATP World Tour, che dovrebbe essere ufficializzata dopo gli US Open, quindi attendiamo di capire che cosa succederà. Abbiamo intenzione di far crescere il torneo e penso che il prossimo anno sia l’occasione giusta per farlo e trovare uno spazio di rilievo nel calendario ATP portando di nuovo il grande tennis a San Marino: un Centrale del genere, l’organizzazione rodata e la storia di questo evento meritano di avere in Repubblica campioni di alto livello, come già avvenuto in passato. Per fare questo occorre comunque uno sforzo, facendo davvero sistema come Paese nelle varie componenti. Con la speranza – l’auspicio conclusivo di Christian Forcellini – che sia veramente un’edizione che lasci il segno, da ricordare nella nostra storia sportiva”.

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